Lo Sport in gioco

Prima una strada e una piccola chiesetta: oratorio, appunto. Poi, appena possibile, una casa e un cortile. Senza stare a spendere tempo in considerazioni storiche, è evidente a tutti il connubio tra la dimensione educativa che l'oratorio si è preso in carico fin dall'inizio, con il gioco - molto presto considerato uno degli strumenti educativi più efficaci.
Quando il gioco, anche in oratorio, diventa sport non lo sappiamo con precisione. Ci sono però società sportive oratoriane che hanno festeggiato in questi anni i cento anni di fondazione e di attività. Dunque una storia solida e ben radicata. Ad altre sedi ricostruirla anche nei suoi significati. La ricerca di cui ci siamo occupati riguarda l'oggi della vita dell'oratorio, perchè - a un certo punto - abbiamo provato a raccontare le vicende e i significati che vi si attribuiscono. Con una convinzione di fondo: il vecchio adagio «tenere lontani i ragazzi dalla strada» non serve a niente e a nessuno. Serve solo a coprire progetti vaghi e superficiali, improvvisazioni che nulla hanno di educativo e che soprattutto
rischiano di sprecare tutte le opportunità offerte da un'attività sportiva intesa come la possibilità di coniugare corporeità e spiritualità, scoperta di sé e relazione con gli altri.

Altro che tenere lontani i ragazzi dalla strada: in gioco c'è molto di più; la possibilità di farli crescere educandoli a stili di vita profondamente umani. Vale la pena, a questo punto, annotare anche un passaggio di pensiero avvenuto negli ultimi cinquant'anni. Fino ad allora, infatti, si pensava che l'esperienza della formazione cristiana dovesse toccare soprattutto il livello della conoscenza: non a caso si chiamava dottrina. La questione è delicata: oggi capita di sentire con una certa forza che questo livello potrebbe essere la soluzione per fatiche incontrate dall'annuncio del vangelo nel mondo contemporaneo...